PETTENASCO

di Abraham De Voogd

 

Ce matin, en ouvrant mon journal, le titre m’a sauté aux yeux: Pettenasco. Un choc!, un choc tel che mi si è appannata la vista, lasciandomi incapace di leggere tutto l’articolo.

Che cosa è mai successo in questo minuscolo paese perché abbia il privilegio di figurare in prima pagina sul mio giornale parigino?

È morto, a casa sua, sulla riva del lago d’Orta, Eric Andrea d’Otterloo, un ricchissimo industriale che non ho mai né incontrato, né visto, e che tuttavia ha plasmato la mia vita, l’ha amputata di tanti giorni e, soprattutto, di tante notti.

L’articolo è prodigo dei dettagli sulla sua morte e pone fine alla mia avventura. È per me un dolore e una liberazione al tempo stesso, come quando si perde una persona amata alla fine di una grave e lunga malattia.

Mi sono ripreso.

Ma tutto questo non era colpa di Lily? Perché l’avevo lasciata entrare nella mia vita?

             ***

Lily aveva ordito con un certo Andrè G., personaggio locale molto conosciuto, una mitica truffa. Grazie alle relazioni dell’amante, i portafogli, i forzieri si aprivano come per incanto e lei ne aveva largamente approfittato.

Non mi aveva ancora contattato ma io già sapevo dai giornali che lei mi aveva scelto come avvocato! Così io diventai il difensore di Lily, il suo amante la sua nuova vittima, la penultima.

 

Ancora oggi mi domando perché ho sviato da una carriera irreprensibile di avvocato, perché ho abbandonato una vita di rigore.

In verità, lo so fin troppo bene, poiché né i rimorsi, né i rimpianti potranno cancellare il ricordo delle nostre notti, dei nostri abbracci appassionati. Come altri, anch’io sono stato manipolato, vuotato della mia sostanza, da questa mantide religiosa dall’apparenza inoffensiva, così candida.

Immaginate!! Immaginate un visetto ancora profumato di verginità. Degli occhi modesti dalle lunghe ciglia, che si abbassavano al minimo soffio di una parola forte. Una bocca a forma di cuore che si apriva su dei denti minuti come quelli dei bambini, senza tradire l’anima del carnivoro dissimulato dietro quella fronte infantile.

E quella voce! Esile, eppure un po’ grave, come quella di una bambola ventriloqua! Come resistere alle richieste, no, alle suggestioni che venivano da quel corpicino fragile e così ben fatto! Fin dal nostro primo incontro io caddi sotto il suo fascino e fui subito convinto della sua innocenza.

Non ero il solo. Non era forse stato il procuratore che le aveva consigliato di prendermi come avvocato?

L’esito del processo era prevedibile. Il povero amante, la vera vittima in realtà, tradito dal suo amore e dalla sua passione, si difese appena e si buscò una condanna esemplare. Ha potuto ruminare in prigione, nei dettagli e con comodo, questa mescolanza di parole d’amore e di menzogne: queste notti torride che lei ha offerto anche a me.

Ancora prima della fine della procedura, avevo già ottenuto i favori della mia cliente. A lungo mi sono vantato di averla conquistata, mentre in realtà non ero stato che la sua preda, dal nostro primo incontro!

Giudicata la sua causa, vinta facilmente, Lily mi restò fedele. Imbecille, ma felice, io assaporavo il privilegio di essere per lei l’Unico, l’uomo della sua vita.

Essere l’amante di un avvocato conosciuto la riempiva di fierezza. Ma per Lily, la vita borghese, quella di cui io mi compiacevo, era troppo mediocre lei aveva una ambizione ben più grande.

Partimmo per una luna di miele in un nido d’amore, Orta, un piccolo paese di pescatori dalle stradine medioevali.

Là, sulla riva del lago abbiamo vissuto delle ore, delle notti ad amarci fino allo sfinimento. Il nostro accordo era assolutamente perfetto e, se una certa sera io scorsi in fondo ai suoi occhi una sorta di tristezza, una nera minaccia, non ci badai.

Pettenasco! È là che fu suggellato il mio destino.

L’aria aperta, le passeggiate, i bagni e l’amore mi procuravano una sana fatica: Niente di strano, perciò, che qualche volta io mi addormentassi dopo mangiato, solo sul letto.

Lily, lei, non ammetteva mai di essere stanca e qualche volta non la trovavo al mio risveglio. Allora, sosteneva di essere andata a passeggio e io, io le credevo!

Mi ingannava: Eric Andrea d’Otterloo, ecco l’obiettivo!

Lily fra tutte le sue possibili vittime ha certamente scelto questo industriale, un po’ segreto nonostante le apparizioni clamorose a fianco di belle donne, ha dovuto identificarsi con loro, deve aver sognato i fasti di una vita milionaria, di arrivare fin là e perfino di sposare questo scapolo d’oro.

Io ignoravo che, approfittando delle mie sieste, si era precipitata verso la nobile dimora di Eric Andrea.

Per mia disgrazia, per lo stratagemma che lei aveva escogitato da lungo tempo le serviva la mia collaborazione.

Un giorno…..eccitatissima, mi pregò di lasciarla nel parco del palazzo.

“Sono felice! Ho strappato un invito per la serata!”

Arrivati nella proprietà, mi fermò per chiedermi:

“Aiutami! Puoi caricarmi la pistola?”

Io fui molto sorpreso e riluttante. Questa P38, eredità del mio eroico padre, così pesante nelle mani di una fragile donna, mi rendeva inquieto. Cercai invano di farla ragionare. Che cosa voleva fare con quell’arma? Perché l’aveva presa dal mio cassetto e portata oltre frontiera? Avrei dovuto diffidare.

“Ma è prevista una gara di tiro!”

Mi tese la pistola con la sua graziosa manina coperta da un guanto di pelle. Io la caricai, controllai la sicura e diedi dei consigli elementari.

“Credo che finiremo all’una o alle due del mattino. Ti chiamerò sul cellulare perché tu mi venga a prendere.”

 

Quando ritornai, sul prato regnava una grande agitazione. Una pallottola aveva sfiorato il padrone di casa. Invece di raggiungermi, Lily mi indicò con il dito:

“Eccolo! È lui!È lui che ha sparato su Eric! Per gelosia!

Tentando di scappare, non ho fatto che aggravare la mia posizione perché le mie impronte digitali sulla mia pistola costituivano una prova inconfutabile. Anche per me, la prigione fu l’occasione di lunghe riflessioni, di amari rimpianti.

Chiudendo il giornale, mi dico che oggi Lily, vedova e ricca ereditiera, deve assaporare la sua vittoria.

Bevo alla sua salute, a quella delle sue vittime. Ben presto il mio cuore si calma. Come d’abitudine, controllo la mia posta su Internet.

Toh! C’è un messaggio dall’Italia!

“Mio caro, sono libera e ti aspetto. Con amore! Lily”

È vero che a letto lei mi amava appassionatamente. Avrebbe conservato qualche desiderio per me? Chissà? Ma io sono vaccinato! Vaccinato! Vaccinato!

Che non mi si parli più di lei!

 

Poi il mio cuore, incorreggibile, si è rimesso a palpitare.

Se io partissi adesso, non sarei a Pettenasco in tempo per il pranzo?