Da "La Serpe" - Rivista letteraria trimestrale dell'A.M.S.I.
Libri Nostri
a cura di Renato Marini

 

 

 

 

 

GIAN VINCENZO OMODEI ZORINI - Fratello vino - ed. Caleidoscopio Letterario pag. 76

Questa è l'ultima fatica letteraria di Gian Vincenzo Omodei Zorini, pubblicata postuma, già perché qualche anno fa questo nostro indimenticabile amico (e quando dico amico so quello che dico) ci ha improvvisamente e imprevedibilmente lasciato, dimenticando persino di salutarci. Ma ci ha lasciato tanti di quegli scritti che vivrà in eterno per noi e per tutti quelli che avranno l'opportunità e la fortuna di leggerlo. Collaborava da anni a molte riviste letterarie o comunque che contenessero una rubrica letteraria, sopratutto in Piemonte ("Gli amici del moscato", “Le Colline di Pavese" etc.) e perfino "Castelli Romani", forse proprio per quell'amore, quella cultura, quella profonda erudizione che riguardava la divina bevanda, sacra ed eterna, che Lui ha francescanamente chiamato 'Fratello vino" nel titolo di questo lavoro.

E questo libro è un saggio ad altissimo livello di come si possa trattare un argomento con la profondità e l'acume di una monografia scientifica, con uno stile letterario di ottimo livello, e sopratutto con il re dei pregi dell'uomo: l'humour, il vero autentico umorismo con l’A maiuscola, che comprende il grottesco, la satira, la caricatura, la macchietta, e la finale risata solare, liberatoria e benedicente, sì da rendere umana e tollerabile la non lieta condizione dell'uomo. In questo piccolo ma grande libro, tutto questo c'è, ed è trattato come era solito fare l'autore, che non sapevi mai quando scherzava e magari ti prendeva in giro, o quando illustrava argomenti tosti: di storia, di costume, di filosofia e di parecchie altre dottrine che Egli possedeva.

Questo libro è in fondo una sua confessione di amore verso il prossimo, di comprensione, di compassione, di simpatia che non può non essere ricambiata. Anche se non sembra a prima vista, c'è una enorme cultura, espressa con tanta semplicità che quasi non te ne accorgi, ma che ti arricchisce senza fartelo pesare, come solo a pochi è dato in dono. Certo il Suo Piemonte spiega questa devozione al fratello vino, ed io, che vivo ai Castelli Romani, non posso che comprenderlo e farlo mio, guardando con sincera amarezza e compassione quelli, e non sono pochi, che usano pasteggiare a Coca-cola o intrugli similari quanto sarebbe meglio la altrettanto francescana sorella acqua!

Lo stile letterario è quello ben noto dell'autore, tra serio e faceto, ma sempre avvincente e originale, mai pedante o noioso e tanto meno retorico: è uno stile da giornalista esperto e navigato, che conosce il suo mestiere come un vero professionista.

Renato Marini