Oreste Gallina, aronese... di langa

(dal "Corriere di Novara" del 25 aprile 2016)

Sala congressi dell’Hotel Concorde di Arona piena per ricordare degnamente Oreste Gallina, il poeta langarolo di Mango che ad Arona, dove fu insegnante e preside, si inserì così bene da diventare un punto di riferimento culturale.

Ad organizzare l’interessante convegno, il Circolo culturale “Gian Vincenzo Omodei Zorini medico scrittore”, non nuovo ad iniziative di alto profilo culturale ma questa volta capace di riunire, nel nome di Gallina, due territori che forse non siamo abituati a veder abbinati nel nome della letteratura.

Non capita spesso di ascoltare nel Novarese la tipica impronta del “langhèt”, la varietà linguistica piemontese utilizzata da Gallina, unitamente all’italiano, per i suoi scritti.

Ed altrettanto infrequente è ritrovare su una locandina lo storico logo de “ij Brandé”, la “companìa” che dal 1927 si batte per dare una letteratura “alta”, “da lingua”, al piemontese, di cui Gallina era attivo esponente.

Vario e coinvolgente il programma proposto.

Dopo l’introduzione di Ornella Bertoldini e i saluti dei rappresentanti dei Comuni di Arona e Mango (da dove è giunta una delegazione), il convegno si è aperto con l’appassionato ricordo del Gallina “aronese” da parte del professor Mario Pagliano.

La proiezione di due video con le testimonianze di Diego Gallina (figlio di Oreste) e del professor Vittorio Gianotti ha permesso di tratteggiare la figura umana di Oreste Gallina e di rievocarla attraverso il ricordo di episodi concreti.

È stata quindi la volta dei due interventi più corposi, entrambi dedicati al Gallina poeta, che hanno costituito il cuore del convegno.

Nel primo il professor Giuseppe Goria, torinese della Companìa dij Brandé, ha preso spunto da una prosa di Gallina, “A la gara”, per collocare l’autore nell’ambito della letteratura in piemontese, con riferimenti anche al di fuori di essa. Nel secondo la professoressa Ambra Rizzati, che a Gallina dedicò la propria tesi di laurea, ne ha tracciato il percorso poetico, alternandosi con l’attrice Bruna Vero che, forte dell’essere nativa di Alba (dove a Gallina è intitolata una via), ha fatto riecheggiare le inconfondibili cadenze langhèt in riva al Verbano.

Originale quanto appropriata anche la scelta di scandire il susseguirsi degli interventi con il gradevole contrappunto offerto dal maestro Marino Mora e dal soprano Cristina Malgaroli che hanno proposto liriche di Gallina musicate per l’occasione dallo stesso Mora.

Gianfranco Pavesi